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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/10761/103

Data: 2-mag-2011
Autori: Larocca, Pierluigi
Titolo: Variabilità cranimetrica e distanze biologiche tra popolazioni preistoriche ed antiche della sicilia
Abstract: La Sicilia e' una grande isola nel cuore del Mediterraneo, importante via commerciale e crogiolo di popoli e culture fin dalla preistoria. Le ricerche che impiegano moderne tecniche statistiche multivariate nello studio di reperti craniofacciali della Sicilia preistorica sono ancora rare e riguardano piccoli campioni provenienti da aree limitate dell' isola. Nella presente ricerca, mi sono avvalso di differenti metodologie per indagare, a partire dalle misure del cranio, le distanze biologiche tra campioni preistorici, protostorici e classico-ellenistici della Sicilia e tra questi e gruppi coevi provenienti da varie regioni del Mediterraneo. Ho utilizzato come dati di base le misure dei singoli individui e le medie dei gruppi, trasformate in variabili di forma mediante il criterio proposto da Darroch e Mosimann. Le tecniche statistiche che ho utilizzato sono state l'analisi delle componenti principali (PCA), il multidimensional scaling (MDS), l' analisi dei gruppi e la recente analisi della matrice R che mi ha permesso di valutare il ruolo giocato dal flusso genico nel produrre la variabilita' e le relazioni osservate. Dai risultati e' emerso che il periodo Mesolitico, rappresentato dal sito di Uzzo, ha visto la Sicilia popolata da genti che probabilmente non hanno avuto alcuna relazione con le popolazioni successive dell' Eneolitico e del Bronzo. L' Eneolitico siciliano, rappresentato dai crani di Grotta della Chiusilla ed Isnello, e' risultato in tutte le analisi strettamente affine al campione di Castiglione e, se comparato con gruppi mediterranei, ha mostrato una maggiore affinita' con i reperti del Bronzo provenienti dalla Grecia, confermando l' ipotesi di flussi migratori dall' Egeo verso la Sicilia durante questo periodo. L'antica eta' del Bronzo in Sicilia appare piuttosto eterogenea dal punto di vista antropologico. In questo periodo, infatti, la Sicilia Occidentale, rappresentata dai reperti di Stretto-Partanna, e la Sicilia Orientale, cui appartengono i reperti di Castelluccio e di Castiglione, appaiono biologicamente distanti tra loro. I reperti di Stretto-Partanna, inoltre, appaiono molto dissimili dagli altri reperti siciliani. Castiglione, come detto, e' piu' affine al gruppo dell' Eneolitico e Castelluccio mostra affinita' incerte. Anche durante la media e tarda eta' del Bronzo la Sicilia evidenzia gruppi antropologicamente diversi. Marcita nella Sicilia Occidentale e Pantalica in quella Orientale appaiono diversissimi tra loro e, soprattutto Marcita, appare diverso dagli altri gruppi considerati. L' analisi della matrice R ha evidenziato come Marcita presenti una varianza fenotipica osservata maggiore di quella attesa suggerendo la possibilita' di avere ricevuto flussi migratori da altre popolazioni. Pantalica mostra una varianza fenotipica osservata identica a quella attesa, segno di equilibrio genetico. Se la Sicilia preistorica appare come una realta' composita, non meno variegata e' la Sicilia del periodo classico ed ellenistico-romano. Gia' nell'VIII sec. a.C. i primi colonizzatori greci, rappresentati dal campione denominato "Magna Grecia" (VIII-VI sec. a.C.), occuparono la Sicilia Orientale. Essi risultano piu' affine al gruppo ellenistico-romano di Zancle, ma sono rimasti, probabilmente, isolati geneticamente. A differenza del Gruppo di Magna Grecia, il sito greco di Zancle e' stato interessato da flussi migratori provenienti da altre popolazioni. Del resto la citta' ellenistico-romana di Zancle fu un importantissimo e fiorente centro commerciale del Mediterraneo. Sempre nell'VIII-VI secolo a.C., ad Occidente, la Sicilia fu interessata da un' altra importante colonizzazione: quella fenicia, testimoniata dai campioni di Caserma Tukà à à à à à ¶ry e Vivai Gitto. I crani di questi siti non trovano similitudini con gli altri campioni siciliani, se non per Marsala, e la loro vicinanza con la serie di crani dell' Algeria centro-occidentale conferma l'ipotesi di un'origine nordafricana. Il campione di Marsala e' composto da individui di eta' ellenistica e da individui di eta' imperiale romana. In molte analisi e' risultato associato, seppur debolmente, con i campioni fenici, mentre in altre e' apparso nettamente separato da tutti gli altri gruppi. Probabilmente Marsala, in origine citta' punica, ha risentito anche geneticamente delle successive occupazioni greco-romane. Un altro risultato importante e' stato la coerenza tra i risultati ottenuti dai dati individuali, utilizzati nell'analisi della matrice R e della matrice D2 ad essa connessa, e quelli ottenuti dall'analisi dei gruppi a partire dalle medie trasformate. Questo risultato e' importante perche' sempre piu' spesso, negli ultimi anni, vengono pubblicate soltanto le medie campionarie. In conclusione si puo' affermare che l' insieme dei dati ottenuti, anche se preliminari, possono rappresentare una buona base per approfondimenti successivi sull'Eta' del Bronzo in Sicilia.
Sicily is a large island in the heart of the Mediterranean sea, an important trade route and a melting pot of peoples and cultures since prehistoric times. Research using modern multivariate statistical techniques in the study of craniofacial human remains of prehistoric Sicily are still rare and include small samples from limited areas of the island. In this research, I used different methodologies to investigate, from measurements of the skull, the relationship between prehistoric, protostoric and classical-hellenistic sicilian samples and between them and contemporary groups from various regions of the Mediterranean. I used as basic data measures of individuals and the sample means, transformed into form variables using the criterion suggested by Darroch and Mosimann. Statistical techniques I used were the principal component analysis (PCA), the multidimensional scaling (MDS), cluster analysis and the recent analysis of the matrix R that has allowed me to assess the role played by gene flow to produce the observed variability and relationships. The results showed that the Mesolithic period, represented by site Uzzo, has seen Sicily populated by people who probably have not had any relationship with the later people of Bronze and Eneolithic. The Eneolithic Sicily, represented by skulls from Isnello and Chiusilla, was found in all analysis closely related to the sample from Castiglione and, compared with the Mediterranean groups, showed a greater affinity with the groups from the Bronze Age Greece, confirming the hypothesis of migration from the Aegean to Sicily during this period. The Early Bronze Age in Sicily is quite heterogeneous in terms of anthropology. In this period, in fact, Western Sicily, represented by the remains of Stretto-Partanna, and Eastern Sicily, represented by the remains of Castelluccio and Castiglione, appear biologically distant. The remains of Stretto-Partanna also appear very different from the others remains of Sicily. Castiglione, as mentioned, is more akin to Eneolithic and Castelluccio shows uncertain affinities. Even during the middle and late Bronze Age Sicily highlights anthropologically different groups. Marcita, in western Sicily and Pantalica in the Eastern appear different from each other. Marcita is also very different from the other groups considered. Matrix R analysis showed phenotypic variance observed a greater than expected, suggesting the possibility of receiving migration from other populations. Pantalica shows an identical observed phenotypic variance than expected, a sign of genetic equilibrium. If prehistoric Sicily appears as a composite, not less diverse is the Sicily of the classical and hellenistic-roman period. During the eighth century B.C. the first Greek settlers, represented by the sample called the "Magna Grecia" (VIII-VI century B.C.), occupied the eastern Sicily. They are more akin to hellenistic-roman Zancle group, but they were probably genetically isolated. Unlike the Group of Magna Graecia, the Greek site of Zancle was affected by migration from other populations. Moreover, the Hellenistic-roman city of Zancle was an important and thriving commercial center of the Mediterranean. Also in the eighth to sixth centuries BC, the West, Sicily was affected by another important colonization: the Phoenician, as demonstrated by Caserma Tukà à à à à à ¶ry and Vivai Gitto samples. The skulls of these sites not reveal similarities with other samples in Sicily, except for Marsala, and their proximity to the series of west-central Algeria skulls confirms the hypothesis of North African origin. The sample of Marsala is composed of individuals of the Hellenistic and Roman imperial age. In many studies was associated, although weakly, with the Caserma Tukà à à à à à ¶ry and Vivai Gitto samples, while in others it appeared clearly separated from all other groups. Probably Marsala, Punic in origin, was affected by the successive greek-roman occupations. Another important result was the consistency between the results obtained from the individual data, used in the analysis of the matrix R, and those obtained from the analysis of groups from samples means. This is an important result because more and more often, in recent years, are published only the sample means. In conclusion we can say that all of these data, although preliminary, may represent a good basis for further studies about the Bronze Age in Sicily.
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