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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/10761/256

Data: 5-mag-2011
Autori: Giura, Giuseppe
Titolo: Un'analisi socio-giuridica della giurisprundeza sui delitti di criminalità organizzata in Sicilia
Abstract: L'ipotesi di fondo di questa ricerca è che attraverso un'indagine empirica del processo incentrata esclusivamente sulla sentenza - suo esito documentale finale - sia possibile ricostruire in modo giuridicamente significativo e scientificamente affidabile la pratica giurisprudenziale riferibile ai delitti ricompresi nell'art. 51, co 3 bis del Codice di Procedura Penale nei quattro Distretti di Corte di Appello della Sicilia, tra il 2000 e il 2006. Questa ricostruzione implica la sottoposizione ad un processo di analisi che tenga presente il suo carattere di documento fortemente strutturato, sia sul piano linguistico, sia sul piano istituzionale, e che destrutturandola in modo metodologicamente controllato la metta in condizione di restituire le diverse componenti e le posizioni dei vari attori di cui essa è il risultato. Rappresentarne il contenuto significa, quindi, esplicitarne gli elementi fondamentali che la connotano, registrare la loro variabilità, partendo dal fatto che si tratta di un documento giuridico costruito attraverso la dialettica tra operatori del diritto, reinterpretato e sintetizzato da un operatore particolare, il giudice, attraverso la pronuncia del dispositivo, prima, e della stesura della motivazione, poi. Il modo in cui questo processo si attua e si sedimenta può essere descritto attraverso un tipo di analisi della giurisprudenza come studio del diritto nel suo farsi oltre che da una ricognizione delle modalità di ricostruzione delle fattispecie giuridiche alla luce delle possibili variazioni interpretative e ricostruttive operate dal giudice nella decisione finale. Decisione adottata in presenza di vincoli di possibilità che ne costituiscono i confini e rispetto ai quali si tenta di descrivere come la sentenza ricostruisca il proprio "oggetto" di giudizio. In questo percorso ricostruttivo è utile evidenziare quattro dimensioni che appaiono idonee a cogliere i caratteri salienti del contenuto delle sentenze. Si tratta della Dimensione temporale che si riferisce ai tempi della giustizia che la sentenza riassume e ricostruisce al proprio interno; essa risulta informativa rispetto a un dibattito pubblico connotato da una retorica funzionale più a un conflitto politico, o tra "poteri", che ad un intento di comprensione ed eventuale soluzione del problema. Alla questione è "temporale" della giustizia si accompagna la Dimensione procedurale la "forma giuridica" di questa processualità temporale, ossia le caratteristiche procedurali che essa ha assunto, per quanto espresso dalla sentenza ed in base al tipo di procedimento adottato. Poichè la sentenza si caratterizza per essere l'ultima delle decisioni di una storia di decisioni che ha caratterizzato l'intero procedimento prendere in considerazione la Dimensione dell'attore (imputato) significa ricostruire il rapporto tra delitto e pena sullo sfondo essenziale ed imprescindibile delle regole procedurali che scandiscono e legittimano il giudizio basato principalmente sulla condotta e non sull'autore e fare di questo principio/limite la discriminante rispetto all'evenienza e al modo in cui la sentenza ha restituito informazioni sugli attori coinvolti. Tutto quanto è stato espresso dalle tre dimensioni appena elencate non può prescindere dalla sua contestualizzazione a cui assolve l'ultima dimensione dello Scenario d'azione. Attraverso essa diviene possibile ricostruire i fatti che hanno assunto rilevanza nel corso del processo, tanto da essere menzionati nella parte della motivazione della sentenza. Analiticamente, gli obiettivi che la ricerca intende perseguire sono: a) una descrizione delle eventuali differenze tra i diversi Distretti nella conduzione dei processi e delle eventuali differenze nella tipizzazione delle fattispecie di reato a seconda della "cultura giuridica" locale; b) la rilevazione dell'eventuale grado di incidenza delle modifiche legislative apportate negli anni della rilevazione; in particolare, gli effetti della n. 134 del 2003 (il c.d. patteggiamento allargato) e la legge n. 251 del 2005 che ha completamente modificato i tempi della prescrizione dei reati; c) un confronto tra i richiami alla giurisprudenza della Cassazione assunti quali riferimenti principali nella redazione delle motivazioni in punto di diritto nelle sentenze emesse nei quattro Distretti. Le informazioni, per quanto limitate nel tempo e nello spazio, risultano particolarmente significative per tre ordini principali di ragioni: anzitutto, non ci sono, al momento, analisi comparative sugli orientamenti di questo tipo di giurisprudenza dei quattro Distretti di Corte d'Appello siciliani; in secondo luogo, non esiste, allo stato attuale, una sistematica e omogenea raccolta di dati informativi della risposta istituzionale al fenomeno, raccolta utile alla elaborazione di strumenti di riflessività sul fenomeno stesso; infine, la giurisprudenza siciliana, in relazione al fenomeno oggetto di analisi, orienta, di fatto, la giurisprudenza costante sulla materia. Per raggiungere gli obiettivi prefissati è stata costituita una base di dati con l'intento di garantirne l'omogeneità à à à à  , in modo che fosse rivedibile e controllabile, sfruttandone il carattere ispezionabile e criticabile, in una parola: pubblico. Dà à à à ¢ altra parte, già à à à à   il semplice à à à à à «conteggioà à à à à » di questi dati potrebbe considerarsi un à à à à à «risultatoà à à à à » a fronte del diffuso uso di stime, consueto in questo ambito di fenomeni; stime che, a loro volta, possono essere riconsiderate alla luce delle risultanze emerse dal lavoro di ricerca in argomento. Questo tipo d'impostazione della ricerca permette, inoltre, di sfruttare il contenuto delle sentenze come fonte istituzionale di dati sul processo e sui delitti oggetto del giudizio stesso e di soddisfare le esigenze euristiche del ricercatore sul fenomeno indagato che la descrizione à à à à ¢ ufficialeà à à à ¢ dell'andamento della criminalità à à à à   in Italia à à à à ¢ basata principalmente sulle statistiche sulla delittuosità à à à à   e sulla criminalità à à à à   - coglie solo marginalmente. Cosà à à à à ¬ concettualizzata, la sentenza ricostruisce, simbolicamente, il tentativo di una à à à à à «grammatica comune di un linguaggio in cui si risponde a qualcuno perchà à à à à © e mentre si risponde di qualcosa [à à à à ¢ à à à à ¦] qui à à à à à ¨ il confine da rimarcare tra diritto e processo. Il diritto penale deve indicare puntualmente il qualcosa di cui rispondere e individuare precisamente le conseguenze della responsabilità à à à à  , mentre à à à à à ¨ al processo che tocca stabilire la cornice di regole del domandare e del rispondereà à à à à » . Per rilevare nel corpo della sentenza le quattro dimensioni individuate à à à à à ¨ stata impiegata una metodologia di tipo ricostruttivo, elaborando una scheda di rilevazione e un codebook quali strumenti di estrazione delle informazioni. Per quanto riguarda le modalità à à à à   con sui si à à à à à ¨ tentato di realizzare gli obiettivi, essi sono stati perseguiti riconducendo ad una matrice dati questa popolazione di sentenze relative ad un ambito temporale di complessivi sette anni, facendo attenzione a non annullare la rilevanza specificamente giuridica della descrizione e delle analisi. Quando si compiono dei conteggi sui contenuti di un certo numero di sentenze, quando alcuni loro contenuti sono ricondotti a categorie, il rischio che si corre à à à à à ¨ annullare la loro unicità à à à à  , il rapporto indissolubile che ciascuna sentenza ha con il processo da cui deriva. Occorre, allora, essere consapevoli che quando si sono costruite relazioni tra le variabili che esprimono questi conteggi, o descrivono la diversa distribuzione di una certa proprietà à à à à   tra le sentenze, o tra loro parti, anzichà à à à à © parlare del diritto, si stia correndo il rischio di parlare della descrizione di qualcosa che non à à à à à ¨ descrivibile. Bisogna tenere presente, quindi, che questa descrizione puà à à à à ² avere una rilevanza dal punto di vista giuridico solo se à à à à à ¨ rilevante dal punto di vista di chi decide in modo à à à à à «giuridicamente validoà à à à à » e che se il diritto à à à à à ¨ la possibilità à à à à   di decisione sul caso singolo, la generalizzazione del dato su un campione (o anche sullà à à à ¢ intera enumerazione completa, delimitata temporalmente e spazialmente) di sentenze non priva il dato del suo carattere giuridico nella misura in cui à à à à à ¨ chiaro che lo scopo della ricerca non à à à à à ¨ risalire ad una spiegazione di tipo nomologico, ma tentare di descrivere alcuni andamenti che possano rivelarsi di un qualche interesse anche per lo stesso decisore. All'obiezione, fondata, che attraverso operazioni di sezionamento come la presente, si rischia di dar ragione a chi dice che quando il sociologo si avvicina al diritto questo scompare, si puà à à à à ² ribattere che lo stesso rischio corre la dottrina quando riduce à à à à à «il diritto ad una serie di generalizzazioni, di principi pià à à à à ¹ o meno arbitrariamente dedotti dalla norma, incapaci di riflettere e di comprendere la realtà à à à à   [...]à à à à à » . Se accettiamo à à à à à «che qualunque cosa il giudice faccia, lo fa agendo sul concretoà à à à à » e che questo à à à à à «concretoà à à à à » si debba intendere in senso assoluto à à à à à «[...] nel senso che il concreto sia il fatto come oggetto di conoscenza, e quindi la conoscenza del fatto che si raggiunge attraverso il giudizio e solo attraverso il giudizio: in una parola il giudizio stessoà à à à à » allora, a ragione, à à à à à «la conoscenza del fatto à à à à à ¨ essa stessa diritto [...] studiare la giurisprudenza à à à à à ¨ studiare il diritto nel suo farsià à à à à » ; dunque, analizzare il contenuto delle sentenze permette di descrivere come questo processo si attua e si sedimenta. Le ricerche empiriche che sono state svolte in questi ultimi anni e che abbiano focalizzato la loro attenzione su un oggetto simile a quello di questa ricerca, pur perseguendo obiettivi differenti, per i temi trattati, per la pluralità à à à à   di documenti utilizzati nella loro conduzione, in alcuni casi hanno riguardano interi processi e per cià à à à à ² stesso sono state costrette ad analizzarne piccoli numeri, pur conservando la peculiarità à à à à   dellà à à à ¢ analisi sullà à à à ¢ esercizio della giurisdizione sul caso oppure si sono riferite alla stessa dottrina penalistica attraverso il rinvio a sentenze considerate, per ragioni argomentative, à à à à à «significativeà à à à à » o à à à à à «rilevantià à à à à ». Nel primo caso, il carattere idiografico della ricerca ne ha limitato drasticamente il carattere informativo e la possibilità à à à à   di offrire indicazioni operative utili a soggetti diversi da quelli oggetto della ricerca. Nel secondo caso rimane alta sia la dipendenza dellà à à à ¢ impianto della ricerca dalle autodescrizioni dottrinali sia il rischio di convertire ogni discorso sulla giurisprudenza penale in dibattito sulla politica criminale. L'altra sostanziale differenza rispetto alla ricerca che si presenta à à à à à ¨ che tutte si concentrano sugli attori del processo, mentre in questo lavoro questi ultimi emergono in conseguenza dell'analisi che si concentra, invece, esclusivamente sul documento sentenza. Un'altra differenza di fondo riguarda la tipologia delle sentenze prese in esame. In questa ricerca, le sentenze analizzate riguardano processi per reati imputabili esclusivamente alla criminalità à à à à   organizzata e solo sentenze irrevocabili. La scelta à à à à à ¨ giustificata da due motivi di fondo: uno di tipo geografico; l'altro di tipo sostantivo. Nel primo caso, trattandosi della Sicilia, la finalità à à à à   à à à à à ¨ capire se al di là à à à à   del fatto mediatico, che spesso distorce l'ottica, oltre alla mafia siano presenti altri fenomeni di criminalità à à à à   organizzata e quale sia, eventualmente, il loro peso specifico; nel secondo caso, quanto pesino su questi fenomeni le definizioni delle disposizioni di legge e quanto, invece, la costruzione che ne derivava dalla loro applicazione, una volta che le decisioni sui fatti del processo abbiano assunto la veste di verità à à à à   giudiziaria. L'analisi, quindi, non à à à à à ¨ orientata alla descrizione dei fenomeni criminali, ma a cià à à à à ² che la à à à à à «macchinaà à à à à » vede e definisce tali. Nel panorama delle ricerche prese in considerazione si tratta di un punto di vista particolare, rispetto al quale la sociologia del diritto sembra aver mantenuto una certa distanza. Essa nel tempo ha mostrato una preferenza per la parte pià à à à à ¹ à à à à à «nobileà à à à à » del diritto positivo (Civile, Amministrativo, Costituzionale) ed i suoi attori. Quando ha spostato la sua attenzione sull'analisi del Penale essa si à à à à à ¨ soffermata sopratutto sui processi di selettività à à à à   attuati dalla magistratura inquirente e su quelli relativi ai giudizi ordinari per reati comuni. Questo atteggiamento non à à à à à ¨ solo della sociologia del diritto, perà à à à à ²; basta dare una scorsa ai manuali di sociologia della devianza per rendersi conto che il peso del tema della criminalità à à à à   organizzata à à à à à ¨ assolutamente marginale . Ma se in questo caso una ragione di fondo potrebbe risiedere nel fatto che assume su di sà à à à à © il tema problematizzandone cause e definizioni, nel caso della sociologia del diritto la ragione sembra dettata dalla difficoltà à à à à   di confrontarsi con il tema a partire dalle difficoltà à à à à   di rintracciare l'oggetto su cui ragionare, i passaggi significativi che hanno caratterizzato i mutamenti dell'apparato normativo, gli interessi che si muovono intorno al processo per criminalità à à à à   organizzata, le autodescrizioni di questa particolare area del diritto sostanziale e procedurale. Questa marginalità à à à à   si enfatizza quando dal piano delle narrazioni si passa a quello delle esplorazioni. Riprendendo i contenuti delle ricerche di cui si à à à à à ¨ detto, si puà à à à à ² scorgere in esse la ricchezza e la varietà à à à à   dei temi, tutti importanti, che vengono trattati: i minori, i delinquenti comuni, quelli stranieri in particolare e le pratiche selettive che ne condizionano gli esiti sfavorevoli dei processi nei loro confronti; i processi del lavoro e l'interazione tra i loro principali attori caratterizzata dal loro modo di costruzione del fatto rilevante processualmente. L'impressione che resta sullo sfondo à à à à à ¨ che sull'argomento vi sia un atteggiamento prudente; in linea di principio la legislazione sulla criminalità à à à à   organizzata e i partecipi delle associazioni criminali in generale rivestono lo stesso grado d'interesse per la ricerca sociologica di quello che possono avere le prostitute, gli immigrati, i minori, alla prova dei fatti, perà à à à à ², le ricerche sul campo escludono questo tipo di analisi. Questo puà à à à à ² essere il risultato di una mancanza d'interesse scientifico della disciplina per il tema, o la difficoltà à à à à   di affrontare un tema sempre à à à à à «caldoà à à à à » che per quanto si tenti di mantenere il rigore e il distacco necessari ad impedire uno slittamento dal piano prettamente scientifico, restando nel sicuro recinto di un'analisi di dati di tipo quantitativo, non à à à à à ¨ affatto certo che una volta presentati i dati questi non vengano strumentalizzati da soggetti terzi per ragioni non sempre in linea con lo spirito della ricerca. Questo rischio à à à à à ¨ presente a maggior ragione quando il tema della criminalità à à à à   organizzata si affronta in una regione che nell'immaginario collettivo, anche dei sociologi, porta con sà à à à à © lo stigma della mafia. Il tentativo portato avanti in questa ricerca à à à à à ¨ quello di osservare come la à à à à à «macchinaà à à à à » giudiziaria guarda al fenomeno criminalità à à à à   organizzata nell'accezione pià à à à à ¹ ampia possibile rispetto alle organizzazioni mafiose e farlo senza ignorare la loro presenza, ma prendendo questo dato come uno tra i tanti, non il solo. Questo orientamento ha riflessi anche sulla ricostruzione storica delle politiche, non esclusivamente criminali, che si à à à à à ¨ fatta del percorso che ha determinato l'inclusione di alcune fattispecie di reato nell'art. 51 co. 3 bis c.p.p. Esso à à à à à ¨ frutto di una scelta che tende a porre in evidenza come gli attori istituzionali abbiano affrontato la questione della criminalità à à à à   organizzata pià à à à à ¹ su un piano espressivo e reattivo, pià à à à à ¹ sull'onda degli eventi che sulla scorta di una riflessione e programmazione di interventi di cui valutare pacatamente e riflessivamente i risultati; soprattutto se si tiene conto del fatto che la politica criminale ha finito per delegare la maggioranza degli interventi di contrasto ad alcune specifiche categorie (i magistrati inquirenti e giudicanti) alle quali sono state attribuite responsabilità à à à à   che afferivano, in uno stato liberal-democratico, ad altri attori istituzionali, e - come sostenuto da una vasta area della dottrina à à à à ¢ ha indebolito, se non annullato, l'esercizio di diritti individuali costituzionalmente garantiti che le stesse categorie delegate hanno di volta in volta avversato o assecondato, non sempre in maniera immune da interessi personali e di gruppo. Se le pagine precedenti rappresentano l'anima della ricerca, assumere quale unità à à à à   di analisi la sentenza ha comportato anche scelte di metodo che si sono riflesse sui risultati stessi della ricerca. L'obiettivo, si ribadisce, era duplice: utilizzare le sentenze, sia come unità à à à à   di analisi per osservare eventuali caratteristiche che non vengono in luce attraverso altri punti di vista su fenomeni di contrasto che le agenzie istituzionali mettono in atto nei confronti della criminalità à à à à   organizzata, sia come fonte di dati sui delitti e sui processi, nella convinzione che esse pià à à à à ¹ di ogni altro documento istituzionale siano in grado di restituire quanto accaduto nel processo che le ha precedute e ne ha costituito l'oggetto della decisione. A questi due principali obiettivi se ne sono affiancati altri, non meno importanti che sembra possibile ricavare da questo tipo di analisi. Il primo riguarda la possibilità à à à à   di costruzione del dato sui costi dell'illegalità à à à à  . Partire dal costo giudizialmente accertato, attraverso la costituzione di una base omogenea di dati, affidabile, permette di affiancare, successivamente, altri indicatori che attraverso un processo metodologicamente controllato consentano la creazione di indici in grado di offrire stime sui costi meno aleatorie delle attuali. Un altro punto a favore della scelta di esaminare le sentenze nella loro versione integrale e solo se irrevocabili à à à à à ¨ che esse permettono di avere dati non solo sui risultati del processo, ma anche su cià à à à à ² che à à à à à ¨ accaduto successivamente. Le annotazioni curate dalle cancellerie su ogni sentenza permettono di conoscere chi e se abbia fatto appello (sia rispetto al merito, sia rispetto alla legittimità à à à à   della decisione presa dal giudice della cognizione), quando la sentenza à à à à à ¨ diventata irrevocabile, quando essa à à à à à ¨ divenuta esecutiva e in quali modi lo sia divenuta dispiegando pienamente i propri effetti. Alla positività à à à à   dei risultati non bisogna perà à à à à ² sottrarre le difficoltà à à à à   che si sono frapposte al raggiungimento dell'obiettivo, che in estrema sintesi riguarda il recupero delle sentenze avvenuto dopo un lungo, faticoso e talvolta frustrante lavoro di ricerca. I problemi affrontati in questa ricerca possono essere descritti, sostanzialmente e nonostante il tempo trascorso, rifacendosi a quelli incontrati in una ricerca condotta quasi quindici anni fa, il cui obiettivo principale era la descrizione di cosa accadesse quando attori di differenti culture e nazionalità à à à à  , nella qualità à à à à   di attori e convenuti, quindi con interessi confliggenti, facessero ricorso ad un giudizio civile in un Tribunale italiano, in cui veniva descritto l'iter che ne aveva caratterizzato la preparazione - là à à à ¢ esame dellà à à à ¢ intera lista dei procedimenti iscritti al ruolo nellà à à à ¢ allora Cancelleria Centrale del Tribunale di Milano (20.036 fascicoli); la raccolta, la classificazione e la costruzione dellà à à à ¢ elenco dei dati eseguita manualmente, la successiva raccolta in archivio dei fascicoli da esaminare - e il ritardo, rispetto ai tempi stimati, con cui si era riusciti, alla fine di questa prima parte dellà à à à ¢ attività à à à à  , ad iniziare l'esame dei fascicoli . Al di là à à à à   delle autorizzazioni di volta in volta ottenute dai singoli Presidenti di sezione, à à à à à ¨ stata necessaria la fattiva collaborazione dei cancellieri e degli impiegati delle stesse; i faldoni che custodivano le sentenze erano custoditi in vari archivi collocati in differenti spazi del Tribunale in cui era stata avviata la ricerca; l'informatizzazione dei registri era parziale; quella degli archivi sostanzialmente inesistente . Sono stati necessari per la raccolta delle sentenze, la loro lettura e l'inserimento in matrice 30 mesi/uomo. Sentenze che vanno da un minimo di 2 ad un massimo di 3268 pagine, per un totale generale di 70.000 pagine sono state digitalizzate e sottoposte a varie letture. Essendo state digitalizzate, tutte le sentenze analizzate hanno permesso la creazione di un data base che puà à à à à ² essere sistematicamente ampliato ed esplorato grazie allà à à à ¢ uso di tecniche di data mining testuale orientate al carattere istituzionale del documento-sentenza. Questa scelta à à à à à ¨ stata motivata dal progetto di costruzione, in collaborazione con esperti di informatica e scienze computazionali, di uno strumento di analisi informatizzata dei testi - un algoritmo di lettura costruito ad hoc - in grado di restituire la struttura delle sentenze e la loro variabilità à à à à   interna, generalizzabile ad altre aree della giurisprudenza o, sulla medesima, ad altri ambiti temporali e geografici. Questo lavoro, infatti, sà à à à ¢ inserisce in un pià à à à à ¹ ampio progetto che coinvolge un gruppo di ricerca eterogeneo, che da anni sà à à à ¢ interessa allà à à à ¢ analisi dei procedimenti da una prospettiva sociologica . La fase di recupero delle sentenze à à à à à ¨ stata innanzitutto l'occasione per osservare lo stato della giustizia in Sicilia. Una fase caratterizzata dalla negoziazione con magistrati e cancellieri, dallà à à à ¢ osservazione delle condizioni in cui versa la à à à à à «macchinaà à à à à » (carenze di organico e di mezzi) della necessità à à à à   di razionalizzare la distribuzione geografica dei Distretti Giudiziari, della necessità à à à à   che si proceda al pià à à à à ¹ presto ad una informatizzazione degli archivi e dei registri. Sul piano legislativo, là à à à ¢ avvio della ricerca non ha comportato particolari difficoltà à à à à  . L'acquisizione delle sentenze (comprese quelle penali) in versione integrale, à à à à à ¨ regolata dal Decreto legislativo 196/2003 (c.d. Testo unico sulla privacy) che consente tale acquisizione fatto salvo il caso in cui, prima della pronuncia della sentenza, l'imputato abbia fatto richiesta al Giudice di omissare le generalità à à à à   nel caso in cui parti terze ne facciano richiesta. Il giudice in tal caso ne darà à à à à   atto con apposita annotazione in calce alla sentenza . Nel rispetto della normativa vigente à à à à à ¨ stata avanzata formale richiesta ai Presidenti dei singoli uffici giudiziari competenti, sulla base del relativo grado di giudizio, ad autorizzare il materiale reperimento e la successiva e conseguente foto copiatura delle sentenze che interessavano . Questo passaggio ha messo in risalto l'importanza e la capacità à à à à   di condizionamento dei singoli Cancellieri, i quali godono di un alto grado di stima e per le loro capacità à à à à   professionali e per i rapporti quotidiani con i giudici degli uffici che rappresentano. Le cancellerie possono facilitare o ostacolare il lavoro di ricerca e di reperimento delle sentenze, non per una precostituita volontà à à à à   di impedire il buon esito della ricerca, ma per l'aggravio di lavoro che ne potrebbe conseguire, tale da compromettere il buon andamento dell'ufficio, spesso garantito da un personale insufficiente. Appare comprensibile una iniziale resistenza manifestata dalle cancellerie, tenuto conto: 1) della natura della richiesta, dell'ingente numero di sentenze di cui si richiedeva copia. 2) della necessità à à à à   di impiegare il già à à à à   esiguo personale in attività à à à à   che si sommavano a quelle ordinarie. 3) della manifesta scarsità à à à à   di mezzi materiali in cui versano, cronicamente gli uffici giudiziari siciliani. 4) dell'inesistenza di archivi informatizzati da cui poter prelevare i relativi file. Le Cancellerie sono, quindi, il vero motore amministrativo degli uffici giudiziari ed in alcuni casi, come quello della Corte di Assise di Appello di Catania, il personale che le compone ha la funzione di à à à à à «archivio viventeà à à à à ». Molti Uffici dei vari Distretti di Corte di Appello risentono della scarsa o assente informatizzazione dei registri . Un altro elemento di forte criticità à à à à   à à à à à ¨ dato dal fatto che l'Università à à à à   non rientra tra i soggetti esentati dal pagamento dei diritti di cancelleria sulle copie delle sentenze richieste. La materia dei diritti di copia à à à à à ¨ regolata dal D.P.R. 30 maggio 2002 e dall'articolo 116, co. 1, c.p.p . Esso regola i diritti che devono essere corrisposti alle cancellerie per ottenere copia di atti giudiziari senza certificazione di conformità à à à à   (art. 267); in copia autentica (art. 268) e nel caso in cui si tratti di supporto diverso da quello cartaceo (art. 269) . Al di là à à à à   del dettato normativo, sono le prassi maturate nei singoli uffici giudiziari o all'interno delle singole strutture che li compongono a dettare le regole. Se à à à à à ¨ vero, infatti, che sono esenti dal pagamento del diritto di copia solo gli enti pubblici assistiti dall'avvocatura dello Stato e che siano parte del processo, e che le istituzioni universitarie impegnate in attività à à à à   di ricerca non possono vantare il diritto ad ottenere copia di provvedimenti giudiziari (leggi sentenze) per motivi di studio, a titolo gratuito, à à à à à ¨ altrettanto vero che la meticolosa differenziazione dei diritti di copia di cui si à à à à à ¨ detto in precedenza perde di significato quando dalla teoria si passa alla prassi. Il costo di una sentenza in copia, infatti varia sia all'interno dello stesso Ufficio giudiziario del circondario (il costo di una sentenza sarà à à à à   differente all'interno del medesimo ufficio giudiziario a seconda che sia una sezione oppure un'altra a rilasciare la copia della sentenza), sia tra Uffici dello stesso Distretto, anche pià à à à à ¹ di quanto accada tra Distretti di Corte di Appello differenti . Per gli stessi motivi, una sentenza emessa dal medesimo organo giudicante in Distretti di Corte di Appello differenti comporterà à à à à   il pagamento di diritti differenti, oppure nessun pagamento per interpretazione à à à à à «analogicaà à à à à » della circolare in cui sono previsti gli Enti pubblici che hanno diritto, fatta dal cancelliere ed autorizzata dal competente presidente dell'Ufficio giudiziario a cui à à à à à ¨ stata avanzata la richiesta. In conclusione, non à à à à à ¨ possibile stabilire a priori quanto possa costare l'acquisizione in copia delle sentenze, nà à à à à © à à à à à ¨ possibile stabilire i tempi di recupero delle stesse. L'esperienza sembra indicare che la velocità à à à à   sia direttamente proporzionale alla grandezza dell'Ufficio adito e della sua propensione a relazionarsi con il mondo della ricerca; questo, probabilmente, à à à à à ¨ dovuto al fatto che un certo scambio ha sollecitato gli uffici a modificare le proprie routines al fine di rispondere alle esigenze rappresentate dal ricercatore di turno, ad avere un atteggiamento meno rigido e non considerare le richieste avanzate di volta in volta solo come ulteriori incombenze ed aggravi lavorativi, ma come un lavoro utile ad incrementare conoscenze sulla à à à à à «macchinaà à à à à ». Questo atteggiamento, pur condiviso, non ha sortito, perà à à à à ², i medesimi effetti negli Uffici pià à à à à ¹ piccoli dei vari Distretti, che dovendo fare fronte, a causa dello scarso personale, ad un carico di lavoro forse maggiore in termini relativi di quello sopportato dagli uffici pià à à à à ¹ importanti hanno impiegato tempi sensibilmente maggiori. Poichà à à à à © à à à à à ¨ principalmente una questione di metodo quella a cui questo lavoro si à à à à à ¨ ispirato, il primo capitolo della tesi riguarda, in modo dettagliato la presentazione del modo in sui questi dati sono stati ricavati e della metodologia di ricerca applicata. Questo capitolo introduttivo intende sottolineare le difficoltà à à à à   incontrate nella costruzione della popolazione di sentenze successivamente analizzate; l'importanza della costruzione della scheda di rilevazione e del codebook capace di consentire l'analisi; le scelte metodologiche che sono state operate al fine di ottenere le informazioni che le sentenze sembravano in grado di fornire se opportunamente à à à à ¢ interrogateà à à à ¢ . Al fondo di questo tentativo cà à à à ¢ à à à à à ¨ là à à à ¢ intenzione di costruire un metodo di analisi che sia capace di offrire il pià à à à à ¹ ampio ventaglio dà à à à ¢ informazioni sul procedimento e sul processo (penale) servendosi di un solo documento, la sentenza appunto. Si tratta di un cambio di scala che puà à à à à ² permettere attraverso là à à à ¢ analisi di una modesta quantità à à à à   di documenti - se confrontata con la voluminosa documentazione di un singolo processo - la ricostruzione di una à à à à à «filieraà à à à à » di decisioni e di una platea di attori. In questo tentativo non si perdono di vista i limiti relativi al fatto che la ricostruzione si riferisce alla sintesi operata dal giudice estensore della sentenza; che i singoli interventi degli altri attori registrati durante il processo rilevano principalmente in una prospettiva argomentativa e giustificativa della decisione presa; che attraverso là à à à ¢ inserimento di dati in matrice non si colgono completamente le ulteriori relazioni e gli eventuali contenuti che ad esse rinviano e che si faranno pià à à à à ¹ chiari nel prosieguo della ricerca di cui questo lavoro à à à à à ¨ un primo tassello. Definito il metodo, in linea con uno sviluppo naturale della ricerca si à à à à à ¨ proceduto alla descrizione dellà à à à ¢ oggetto à à à à ¢ la sentenza - dellà à à à ¢ argomento à à à à ¢ i delitti previsti dallà à à à ¢ art. 51 co. 3 bis c.p.p. - e dellà à à à ¢ analisi dei dati. Il secondo capitolo à à à à à ¨ dedicato, quindi, alla sintetica definizione delle caratteristiche dellà à à à ¢ oggetto. La sentenza in questà à à à ¢ ottica ha una doppia rilevanza, da un punto di vista giuridico e da un punto di vista sociologico; dunque non solo come un testo, o come là à à à ¢ espressione di una decisione psicologicamente o fenomenologicamente caratterizzabile, ma come un documento istituzionalizzato, fortemente strutturato da un codice tecnico, ulteriormente strutturato in modo decisivo dalla singola vicenda, dalle scelte degli attori coinvolti, dagli strumenti di cui loro dispongono sul piano della determinazione dei fatti e sul piano delle qualificazioni giuridiche alle quali possono far ricorso. Il terzo capitolo, tenta una ricostruzione delle politiche di contrasto alla criminalità à à à à   organizzata e considera la letteratura sul tema in riferimento ai delitti previsti tra quelli dell'art. 51 co. 3 bis c.p.p. attorno ai quali si à à à à à ¨ costituita la giurisprudenza analizzata; la seconda parte, invece, tenta una ricostruzione da un punto di vista sociologico di alcuni dei delitti menzionati. Questa distinzione, in realtà à à à à  , serve solo da orientamento perchà à à à à © i corsi di azione riguardano tanto il primo quanto il secondo aspetto come le facce di una stessa medaglia. Una parte rilevante dell'esame della letteratura riguarda la criminalità à à à à   organizzata di tipo mafioso, che si distingue da quella comune o specializzata per la sua stabile struttura e per il tipo di rapporti che à à à à à ¨ capace di costruire e di tenere nel tempo con ampie fasce della società à à à à  , a svariati livelli. Lo scopo al di là à à à à   di consentire una rassegna dei punti vista dei rappresentanti delle discipline scientifiche che si sono interessate al tema, vuole porre in evidenza come quest'ultimo si sia imposto anche cronologicamente secondo una cadenza che à à à à à ¨ stata dettata dagli operatori sul campo (la magistratura) e che assumendo le conoscenze à à à à à «costruiteà à à à à » dalle investigazioni e facendo proprie le risultanze di alcuni processi à à à à à «spartiacqueà à à à à » per la loro rilevanza storica e simbolica (il c.d. Maxi processo dei primi anni à à à à ¢ 80) ha poi costruito su di esse le proprie teorie e spiegazioni, rischiando spesso di appiattirsi sul versante giudiziario. Il compito che la sociologia del diritto si assume con ricerche come questa à à à à à ¨ in generale, descrivere il modo in cui il tema viene rilevato da vari settori e come tra questi sia ancora quello giudiziario ad imporre il passo. Lo fa da osservatore di secondo livello per offrire un ulteriore occasione di riflessione, per problematizzare le questioni sul tema. Trattato là à à à ¢ argomento in questi termini, il risultato di tale approccio si sostanzia attraverso là à à à ¢ analisi dei dati che si ricavano dal metodo finalizzato a permettere questa descrizione . Il quarto capitolo à à à à à ¨ incentrato sull'analisi dei dati, secondo gli obiettivi descritti in precedenza, ottenuti attraverso un procedimento fortemente riflessivo. Le ripetute letture delle sentenze del campione sistematico hanno permesso di osservare proprietà à à à à   rilevanti per la ricerca, successivamente operativizzate in 44 variabili codificate applicate alla popolazione analizzata. Queste variabili sono à à à à à «calibrateà à à à à » intorno alle quattro dimensioni analitiche di cui si à à à à à ¨ detto che riassumono la descrizione delle sentenze analizzate: il tempo; la procedura; là à à à ¢ attore; lo scenario dà à à à ¢ azione oggetto del processo. La matrice di dati cosà à à à à ¬ completata, ha permesso di costituire la prima descrizione del fenomeno empiricamente fondata (piuttosto che à à à à ¢ stimataà à à à ¢ o à à à à à «inferitaà à à à à » attraverso generalizzazione da un limitato numero di esempi di cronaca) e di definire dimensioni di descrizione della risposta giudiziaria al fenomeno della criminalità à à à à   organizzata che assumono rilevanza sia sul piano giuridico sia sul piano sociologico.
In Italy, the official presentation of crime statistics draws upon two main sources. Firstly, we draw on the police reports sent to the magistrates(relying on the victimsà à ¢ claims and independent police supervision). These are the sources of our national crime reports. Secondly, the other main source is the report of proceedings commenced by the offices of public prosecution. Not all police reports generate prosecutions. Furthermore, magistrates may give a different evaluation of the cases. One should therefore take into account that the number of police reports does not match the number of judicial proceedings.(1). Judicial statistics usually measure, classify and conceptualize a kind of collective phenomena generated by the norms systems and by the particular enforcement of norms systems. Phenomena are empirical data. The structural analysis of phenomena tends to a functional explanation which lies the foundations for rational knowledge. The study of events as meaningful acts opens the way to understanding of each phenomenon as well as of the interrelationships among them and sets or classes of data. The social science explanatory power relies therefore on the study of the regularity of patterns of behaviour which may suggest hypotheses, concepts, classifications, theories, grounded upon control rules ensuring their validity(2). Crime statistics offer crucial data on a number of social problems, like litigiosity and crime rates, on the influence by legislation and the particular policies which contrast them. Statistics are helpful to draw general frameworks for the interpretation of social trends, in their own historical setting. Crime statistics cast light on the patterns of interaction between the judicial system, the judicial machine, and the social and economic problems that society faces. In this regard, crime statistics are a focus of common interest for citizens, lawyers, sociologists and economists. Nevertheless, crime statistics, kept by the proper state organs, the police and the judiciary, do not cover the full universe of the crimes committed or attempted. One should take into account the number of unreported crimes, like mugging, theft, rape, extortions. Though they often go unreported, they may be significant and are usually classified as à à ¢ shadow crimes numbersà à ¢ . Over the years, the studies of the victimization processes have attempt to overcome the drawbacks We mentioned (3). In our view, this work is still at its early stages and is often contradictory and unclear. The methodological drawbacks we mentioned can reduced in cases of serious crimes, adopting a meaning of serious crime as they are understood the historical context where they have been recorded. In this regard, the difference between the numbers of reported crimes and the numbers of crime actually committed seems to be of a less significance. Many of the crimes are treated as serious according to their social outcomes. They have been committed by actors who get together to design and implement a common pattern or scheme. We should distinguish among the criminal associations pursuing what we may call a single-purpose scheme, like narcotics trafficking, and associations conspiring to pursue their corporate interests through an array of crimes necessary to the success of the criminal corporation, as it is the case of the mafia crime-families. Over the years, we have gathered a wide documentation on the second type of criminal association. Furthermore, in Italy, we have been working to re-define and re-think the meanings of some of the provisions of the Code of Criminal Procedure. It assigns investigations on organized crime to a special branch of the judiciary and the police. I am referring to à à à § 3 bis of art. 51 in the Code of Criminal Procedure (c.p.p.), endowing the Anti-mafia district attorneys with a special jurisdiction on cases of Mafia (art. 416 Bis c.c.), kidnapping (art. 630 c.c.), narcotics trafficking (art. 74 D.P.R. 309/90), tobacco smuggling (art. 291 quater, DPR n. 43/73) trade and smuggling of human beings (artt. 600, 601, 602 and 416 à à à § 6 c.c.). Our National Antimafia Attorney oversees the single districts work. Provision art. 51 à à à § 3 bis of the Code of Criminal Procedure has generated a flow of norms regulating the investigative and judicial powers of the antimafia activities.
InArea 14 - Scienze politiche e sociali

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