Fondazioni e fondazioni di partecipazione

Abstract

I connotati tipici della fondazione si ritrovano nel fine e nella indisponibilita' del patrimonio che vi si collega e che viene sottratto all'arbitrio del fondatore. Una classica definizione dell'istituto si esprime in termini di complesso di beni destinati al perseguimento di uno scopo tramite la creazione, con la mediazione del riconoscimento, di un autonomo centro soggettivo di imputazione di rapporti giuridici. Il legislatore del codice del 1942 ebbe quasi certamente esclusivo riguardo alla fondazione di erogazione, che si limita a distribuire le rendite di un patrimonio, mentre la prassi degli statuti smentisce il modello legislativo, capovolgendo nel tempo la configurazione tradizionale: infatti oggi sempre maggior risalto e' dato all'elemento dell'organizzazione. Si e' analizzato nello specifico il modello costruito dalla prassi, soprattutto notarile, della fondazione di partecipazione, cercando di dare risposta all'interrogativo se essa vada qualificata come figura atipica nel senso di altra istituzione di carattere privato, quasi un tertium genus tra fondazione e associazione, o se invece presenti degli elementi che snaturano la sua essenza di fondazione avvicinandola agli enti associativi, o ancora se la fondazione di partecipazione vada invece inquadrata in tutto e per tutto nella figura tipica della fondazione. Per comprendere cio' si sono preliminarmente analizzati gli elementi essenziali e qualificanti la fondazione, nonche' si e' approfondito, nell'ambito del rapporto tra autonomia privata e forme giuridiche, il principio di tipicita' degli enti giuridici, individuando quale sia il grado di elasticita' della fattispecie fondazionale, e, correlativamente, quale sia il limite posto all'autonomia dei privati nella conformazione dell'ente.