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Data: 16-feb-2012
Autori: Arena, Benedetto
Titolo: Prevalenza delle infezioni urinarie nelle pazienti affette da prolasso genitale
Abstract: In uno studio caso-controllo, sono state selezionate 196 pazienti (di et¨¤ compresa tra 45 e 92 anni) nell¡¯arco di 18 mesi. Sono stati costituiti due gruppi: il gruppo di studio comprendeva 98 pazienti donne, in amenorrea post-menopausale da almeno due anni, affette da prolasso del segmento anteriore, con score H.W.S. ¡Ý2, sintomatiche; il gruppo di controllo era costituito da 98 pazienti, in amenorrea post-menopausale da almeno due anni, affette da patologie ginecologiche che non presentavano difetti del supporto del pavimento pelvico. Dai due gruppi sono state escluse le pazienti con patologie maligne in atto o pregresse. In entrambi i gruppi vi erano donne che presentavano sintomi di UTI (26,5% vs. 21,4%; p=0,40) e che avevano urinocolture positive (14,5% vs. 42,9%; p<0.01). Il patogeno di pi¨´ frequente riscontro nei due gruppi era Escherichia coli (8,4% vs. 31,4%; p<0.01) seguito da Proteus mirabilis, Klebsiella pneumoniae, Enterococcus faecalis, Proteus penneri, Streptococcus agalactiae. Nelle pazienti sottoposte ad intervento chirurgico per riduzione del colpocele anteriore, il 78,4% delle urinocolture era negativo e in quelle positive i patogeni isolati erano Escherichia coli (6,1%), Streptococcus agalactiae (1,5%), Proteus mirabilis (3%), Enterococcus faecalis (1,5%). In 16 pazienti del gruppo di studio il valore del residuo vescicale post-minzionale era ¡Ü 50 cc, in 5> 200cc, 8 avevano valori intermedi. Tra le pazienti operate, 5 avevano un residuo vescicale patologico, e di queste solo 1 aveva urinocoltura positiva ma non mostrava sintomatologia per UTI. In base ai risultati, si pu¨° concludere che il colpocele anteriore di vario grado costituisce uno dei fattori di rischio per UTI e avendo riscontrato anche nel gruppo di controllo un¡¯alta percentuale di donne affette da UTIs ricorrenti, possiamo desumere che la menopausa con tutti i suoi fattori di rischio associati (disordini degenerativi, incontinenza urinaria, ridotto svuotamento vescicale, deficit di estrogeni) predispone alle UTIs. Nei due gruppi non sempre c¡¯era corrispondenza tra segni e sintomi di UTI e i risultati delle urinocolture. Inoltre, non possiamo affermare che il residuo vescicale post-minzionale costituisce un fattore di rischio aggiuntivo per UTI nelle pazienti analizzate.
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