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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/10761/1681

Data: 16-mag-2015
Autori: Torrisi, Cinzia
Titolo: La letteratura erudita in lingua latina nella Sicilia d'età moderna. La catana illustrata, sive sacra et civilis urbis catanae historia (1740-1746) di Vito Maria Amico e Statella
Abstract: Il proposito di attendere per la prima volta all'opera di traduzione della pars quarta della Catana illustrata dello storico Vito Maria Amico, è maturato in seguito allo studio della produzione erudita a stampa in lingua latina nella Sicilia della prima età moderna (XVI-XVII secolo) con particolare riferimento a quella catanese, condotto allo scopo di ricostruirne ed analizzarne le caratteristiche principali. La ricerca effettuata, affrontando lo studio della cultura storico-antiquaria, privilegia la letteratura erudita in lingua latina che costituisce una parte della produzione ancora poco studiata sia dal punto di vista storico che da quello linguistico ed individua nell'opera presa in esame una finalità non ancora ravvisata ma pur di determinante valenza ed interesse in quanto testimonianza di un preciso progetto politico sotteso all'operazione culturale fortemente voluta e sostenuta dall'autore e dagli esponenti maggiormente rappresentativi dell'élites catanese. Trova pertanto piena legittimazione l'impostazione dell'intera opera e precipuamente della parte scelta quale oggetto di studio. Ma il proposito dell'autore trova piena attuazione nell'istaurare, se pure in modo non esplicito, un legame diretto tra il quadro storico delineato e l'esposizione dei profili dei grandi protagonisti, laici e religiosi, della città di Catania cui viene affidato il fondamentale compito di riedificazione affinché essa risorga più grande e prestigiosa tramite il recupero del passato e le alti doti morali, intellettive e culturali di apprezzati esponenti della città. Per ciò egli depreca vizi e corruzione ed esalta uomini insigni per virtù e capacità portandoli ad esempio con meticolosità e compiacimento, ponendo nel testo in posizione preminente, e reiterandole, le indicazioni riguardanti l'origine catanese, la famiglia di provenienza, la dottrina, i meriti e la fama acquisita. Il ritratto che di lui emerge dalla trattazione della prima parte della tesi lo mostra indefesso organizzatore culturale, storico appassionato, stimato erudito, apprezzato letterato, tenuto in notevole considerazione dai più rinomati esponenti del mondo politico, ecclesiastico e culturale del periodo in cui visse; in costante rapporto con i protagonisti del progetto di rinascita culturale della città di Catania, egli stesso con il suo operato si ascrisse tra quelli, rivendicando alla propria città natale il posto di indiscusso prestigio che le competeva. Ed il messaggio dell'autore diviene concreto esempio con il proprio vissuto, è veicolato nell'intera sua opera, si fonda sui pilastri dell'ardore dell'amor patriae, della mirabile statura umana, dell'alta formazione culturale, delle eccellenti doti morali. Nella seconda parte della tesi viene esaminata l'attività erudita e quella propriamente storiografica dell'autore. La curiositas, l'amore per il sapere e la tendenza del periodo che voleva eclettici gli eruditi del tempo, spinsero il nostro autore ad interessarsi di molteplici questioni culturali che prendeva in esame durante le amate discussioni con gli studiosi del tempo e che spesso furono da lui trattate in opere di vario genere. Il veicolo linguistico adoperato era il latino, che nella prima metà del Settecento era la lingua della cattedra e consentiva agli studiosi di varia provenienza di interloquire con profitto. Nella terza parte della tesi si tratta il tema della lingua e dello stile della Catana illustrata e si ravvisa un ulteriore elemento di originalità del'autore. Il latino di Amico è il latino degli eruditi umanisti, il suo linguaggio è quello del tardo latino ed il periodare risente dell'impostazione umanistica, composita e complessa, si avvale di precisi accorgimenti stilistici e preziosi artifici retorici. Ma Amico, nato e vissuto tra 600 e 700, è uomo ed interprete del suo tempo e il suo personale uso della lingua è al di fuori dei condizionamenti temporali e settoriali.
InArea 11 - Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche

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