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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/10761/349

Data: 31-mag-2011
Autori: Macrì Pellizzeri, Amalia
Titolo: Scissione di società e divieto di concorrenza
Abstract: Puo' affermarsi che l'applicazione analogica del divieto di concorrenza all'operazione non dipende tanto dal carattere proporzionale o non proporzionale della scissione,o dalla circostanza che essa sia totale o parziale,o che avvenga a beneficio di societa' preesistenti o di nuova costituzione,quanto dalla sussistenza nel singolo caso degli stessi interessi a tutela dei quali e'posto l'art.2557 c.c. Occorrera' verificare cioe' la sussistenza della medesima ratio vale a dire accertare in fatto,anche mediante l'utilizzo di elementi di prova,che l'assegnazione realizzi il presupposto di un pericolo concorrenziale analogo a quello conseguente all'alienazione dell'azienda;che si determini, con la vicenda circolatoria dell'azienda a seguito di scissione, la sostituzione di un soggetto ad un altro nella gestione dell'impresa; che sia identificabile l'inizio di una nuova impresa. Viceversa, con certezza, potra'negarsi l'applicazione del divieto nelle ipotesi in cui la societa' che si scinde non possieda un'azienda da trasferire, ne' nell'ipotesi incui la societa' che scinde sia titolare di una sola azienda e si limiti a frazionarla tra due o piu' beneficiarie (a nulla importando se la divisione sia in parti uguali o diseguali, e se avvenga a favore di societa'di nuova costituzione o preesistenti), ne', ancora, nell'ipotesi in cui la societa'che si scinde possieda piu' aziende e frazioni ciascuna di esse (non importa se in porzioni identiche o no) tra le beneficiarie. In tutte queste ipotesi, infatti, non esiste la considerazione unitaria di un'azienda all'interno della scissione, non esiste una valutazione dell'avviamento diun'azienda come elemento che viene attribuito all'una o all'altra dellebeneficiarie, e dunque non esiste un trasferimento di azienda nel senso voluto dall'art.2557c.c.; manca cioe' quel complesso di interessi qualificati ed elevati ad oggetto di tutela dalla norma in esame e che ne giustificherebbero l'applicazione.
It is possible to say that the analogical application of the prohibition of concurrence to the operation does not depend on the nature of the split,proportional or not proportional,or on the fact that the split is total or partial, or is a benefit for a new society or an existing one. It rather depends on the subsistence in the fact of the interests protected by the art. 2557 of Civil Code.It shall be verified the subsistence of the ratio it-self , which means to verify in fact by means also of the elements of proof that the assignment realizes the assumption of a concurrent danger equivalent to the one resulting from the alienation of the company; that it will be determined with the assignation ofthe company following the split the substitution ofa subject to another in the management of the company;that the beginning of a new business o company is identifiable.For sure, the application of the prohibition will be refused in case the society to be split: - does not posses a company to transfer, - holds of only one company and split it up among two or more beneficiaries (it does not matter if the split is equally or not, or if the beneficiaries are new companies or existing), - holds more than one company and split each of them (it does not matter if equally or not) among the beneficiaries. In all the above cases, in fact, it does not exist the unitary consideration of a company inside the split, it does not exist an evaluation of the start-up of a company as an element to be attributed to any beneficiary, and so it does not exist a company transfer as intended on the art. 2557 of Civil Code. It misses the complex of qualified interests, and elevated to object of protection by the rule under examination, which would justify its application
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